Riforma degli Ordinamenti professionali: le proposte del CNPI per tutelare autonomia, competenze tecniche ed equo compenso

RIFORMA DEGLI ORDINAMENTI PROFESSIONALI: LE PROPOSTE DEL CNPI PER TUTELARE AUTONOMIA, COMPETENZE TECNICHE ED EQUO COMPENSO
Il Presidente Giovanni Esposito in Senato per contribuire alla riforma delle professioni: «Gli ordini non sono Enti burocratici»

Roma, 18 dicembre 2025 – Il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati (CNPI) ha trasmesso alla Commissione Giustizia del Senato le proprie proposte emendative al Disegno di Legge AS 1663, recante la delega al Governo per la riforma della disciplina degli ordinamenti professionali, con l’obiettivo di rafforzare l’efficacia della riforma nel rispetto dei principi costituzionali di autonomia e sussidiarietà.

«Le nostre proposte – dichiara il Presidente del CNPI, Giovanni Esposito – non intendono ostacolare il processo di riforma, ma contribuirvi in modo costruttivo, affinché la modernizzazione degli ordinamenti professionali sia realmente efficace, coerente con il quadro costituzionale e capace di valorizzare le competenze tecniche a tutela dell’interesse pubblico. Non vorremmo che gli Ordini professionali si trasformino in meri organi consultivi, con decisioni centrali delegate altrove. Senza voler limitare le prerogative del Governo e dei ministeri vigilanti, gli Ordini professionali vogliono ribadire il proprio ruolo e le proprie prerogative. Siamo enti pubblici non economici dotati di autonomia costituzionalmente garantita, espressione del principio pluralista e della sussidiarietà orizzontale. La funzione che gli ordini svolgono non è meramente burocratica, ma consiste nel rappresentare gli interessi pubblici rilevanti connessi all’esercizio delle professioni, garantendo qualità, competenza e controllo deontologico. Ridurli a organi puramente consultivi significa travisarne la natura istituzionale e compromettere l’efficacia stessa della riforma».

Secondo il CNPI, dunque, l’attuale impianto del DDL rischia di comprimere l’autonomia ordinamentale degli Ordini professionali, riducendo il ruolo dei Consigli Nazionali a una funzione meramente consultiva anche in ambiti che richiedono competenza tecnico-scientifica specialistica. Le proposte avanzate mirano invece a una corretta allocazione delle competenze tra Governo e Ordini, valorizzando il ruolo istituzionale di questi ultimi nella regolazione delle materie tecnico-professionali.

Molteplici i suggerimenti rappresentati, a partire dalla questione della potestà regolamentare primaria dei Consigli Nazionali: nelle materie attribuite dalla legge agli Ordini – come formazione continua, specializzazioni, deontologia, parametri dell’equo compenso e assicurazione professionale – i decreti legislativi dovrebbero essere adottati su proposta vincolante dei Consigli Nazionali, e non solo previo parere. Altro punto è l’uniformità nazionale per esami di Stato e accesso alla professione: il CNPI propone criteri uniformi su tutto il territorio nazionale per i contributi economici a carico degli studenti per gli esami di Stato e per la loro equa ripartizione tra Atenei e Ordini, superando le attuali disparità territoriali. C’è poi il tema della tutela delle competenze e disciplina delle specializzazioni: le specializzazioni professionali dovrebbero essere disciplinate mediante regolamenti vincolanti dei Consigli Nazionali, garantendo che l’innalzamento dei titoli di studio non comporti una riduzione o una ridefinizione peggiorativa delle competenze già riconosciute ai professionisti iscritti. Inoltre, si propongono autonomia organizzativa e parità di genere: pur confermando l’obiettivo della parità di genere negli organi ordinistici, il CNPI chiede che siano i Consigli Nazionali a individuare autonomamente le misure più idonee, nel rispetto dei principi costituzionali e della normativa europea. Su equo compenso e liquidazioni giudiziali: in coerenza con la legge n. 49/2023, il CNPI propone che i parametri dell’equo compenso siano adottati direttamente dai Consigli Nazionali e che trovino applicazione anche nelle liquidazioni disposte dagli organi giurisdizionali, a tutela della dignità professionale degli ausiliari del giudice. Altro tema chiave è la formazione e le assicurazioni professionali più flessibili: le proposte in questo caso eliminano rigidità legislative su crediti formativi, contenuti obbligatori e aggiornamento dei massimali assicurativi, restituendo agli Ordini la possibilità di adeguare tempestivamente regole e strumenti all’evoluzione del mercato e delle tecnologie. Infine, sulla clausola generale di salvaguardia dell’autonomia: è prevista l’introduzione di una norma di principio che delimita con chiarezza le materie di competenza esclusiva degli Ordini professionali, garantendo certezza giuridica e prevenendo futuri interventi normativi invasivi.

«Il Consiglio Nazionale de Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati – conclude Esposito – confida che la Commissione Giustizia del Senato voglia valutare favorevolmente gli emendamenti proposti, riconoscendone la coerenza con la normativa vigente e la loro idoneità a rafforzare l’intero impianto della riforma».

Scarica il Comunicato Stampa del 18 dicembre 2025