Con l’approvazione dell’obbligo di equo compenso per i professionisti che operano in materia di Superbonus al 110% abbiamo compiuto un grande passo in avanti per assicurare la dignità del professionista ma soprattutto per garantire tempo la tutela dei cittadini”.
Così Giovanni Esposito presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali commenta l’emendamento presentato al Senato al Decreto Ristori, ora convertito in legge, che ha introdotto l’obbligo per i soggetti destinatari della cessione dell’agevolazione fiscale, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, di applicare la normativa sull’equo compenso per le prestazioni rese dai professionisti in materia di Superbonus.
“Si tratta di una norma”, aggiunge ancora il numero uno dei periti industriali “che ci fa particolarmente piacere e che in realtà non fa altro che rimarcare un principio, quello dell’equo compenso, già fissato nel panorama legislativo ma più volte disatteso”.
Era stata infatti la Legge di Bilancio 2018 a stabilire l’obbligo di un compenso per i professionisti secondo i paletti fissati dal Decreto Parametri (DM 17 giugno 2016), nonostante questo però sono stati numerosi i casi in cui questo principio non è stato rispettato.
“Da tempo insieme alle altre professioni ci stiamo battendo per ottenere il riconoscimento di questo diritto e stavolta la politica ci ha ascoltato, consapevole che una libera concorrenza senza regole penalizza la committenza. La norma, infatti, serve certamente a tutelare i professionisti nel rapporto con le grandi società che si propongono di gestire l’intero iter degli adempimenti legati al superbonus e che, potrebbero rischiare di essere penalizzati da compensi non equi, ma è rivolta soprattutto a tutelare il cittadino. L’equo compenso, infatti, non fissa minimi tariffari ma interviene nel momento in cui esiste uno squilibrio nei rapporti di forza contrattuale tra il professionista e committenti.
Un compenso che non sia equo non solo lede la dignità del professionista ma genera pericolose ricadute sul mercato e in termini di concorrenza”.