Il decreto Ristori è in vigore. Ma lascia fuori i liberi professionisti”. Ancora una volta, denuncia Giovanni Esposito presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati, i due successivi decreti legge cosiddetti “Ristori”, rispettivamente il DL 28 ottobre 2020, n. 137 e il DL 9 novembre 2020 n. 149, offrono solo nuove misure di sostegno ai lavoratori e ai settori produttivi dimenticandosi del comparto libero-professionale. Un’esclusione”, sostiene il numero uno dei periti industriali, “a cui purtroppo siamo ormai abituati ma che risulta ancora più grave perché sembra che il legislatore si dimentichi come i liberi professionisti siano già fuori da tutte quelle tutele riservate al lavoro dipendente (cassa integrazione e divieti di licenziamenti) pur svolgendo attività essenziali di raccordo tra istituzioni e cittadini.
“La nuova ondata della pandemia” aggiunge ancora Esposito “non distingue i codici Ateco, ma colpisce indiscriminatamente tutti i settori economici compreso appunto il comparto libero-professionale: opere di progettazione, direzione lavori e collaudi, infatti, hanno sopportato una forte frenata ovunque, al di là dei colori assegnati alle regioni e quindi delle chiusure previste secondo l’indice del contagio. Questo non ci ha impedito però di continuare ad assicurare quel presidio per moltissime attività essenziali: basti pensare al lavoro incessante dei periti industriali con specializzazione elettronica, termotecnica o meccanica impegnati nella progettazione dei nuovi padiglioni ospedalieri, all’attività dei nostri iscritti impegnati come responsabili della sicurezza oppure a tutti coloro che operano per mettere a frutto le disposizioni relative ai bonus fiscali dove i periti industriali sono in prima linea per tutte quelle attività tecniche propedeutiche ad ottenere gli incentivi.
“Cerchiamo di rispondere ai dubbi che arrivano dai cittadini ansiosi di non perdere le opportunità concesse”, conclude infine il numero uno dei periti industriali, “ma le questioni irrisolte sono tali e tante che sarebbe necessario prevedere una proroga dell’incentivo del Superbonus al 110% per programmare nel tempo gli interventi ed evitare che si vanifichi quanto di buono ha il provvedimento. Speriamo che nei prossimi provvedimenti d’urgenza vengano riconosciute le nostre richieste e il diritto al sostegno attraverso misure adeguate”